Perché l'improvvisazione teatrale?
Anche se non sempre ce ne accorgiamo, tutti noi nella vita quotidiana improvvisiamo. Proprio la spontaneità delle reazioni che seguono ad una situazione inaspettata sono ad esempio riprese nell’improvvisazione teatrale al fine di farne uno spettacolo sempre nuovo, originale e realistico.
Perché l'impro e accenni storici
Proprio la spontaneità delle reazioni che seguono ad una situazione inaspettata sono ad esempio riprese nell’improvvisazione teatrale al fine di farne uno spettacolo sempre nuovo, originale e realistico.
Al giorno d’oggi l’improvvisazione trova applicazione in numerosi settori della vita sociale (nei corsi professionali e imprenditoriali, nel tirocinio degli insegnanti, nella psicoterapia e in molti rami dell’istruzione pubblica), e in un campo o nell’altro ha sempre dimostrato la sua validità.
E sebbene l’improvvisazione, intesa come modalità specifica di creazione artistica, sia attualmente conosciuta soprattutto attraverso l’esperienza della musica jazz, essa è presente, seppure con minor clamore, in diverse altre discipline artistiche: danza, pittura, poesia, teatro, altri tipi di musica ecc… In particolare nel teatro l’improvvisazione, dopo aver conosciuto storicamente momenti di maggiore o minore fortuna e dopo aver toccato il suo apice storico con la Commedia dell’Arte, ha iniziato, con la formazione della compagnia in senso moderno e la sempre crescente importanza dell’autore prima e del regista poi, un progressivo declino fino a rimanere presente solamente nel bagaglio espressivo di alcuni grandi “mattatori” o di alcuni cabarettisti che usano generalmente l’improvvisazione come momento di uscita da un proprio monologo o come forma di interlocuzione diretta con il pubblico.
La società occidentale ha progressivamente svolto di fatto un’azione sempre crescente di controllo sull’evento spettacolare fino a farlo diventare il più possibile previsto, codificato e cristallizzato, negando al singolo individuo/attore la possibilità di esprimere direttamente la propria creatività. Gli toglie in sostanza quel rapporto diretto ed immediato con il pubblico che dovrebbe essere la caratteristica costitutiva dello spettacolo “dal vivo” rispetto a quello “riprodotto” con l’ausilio dei nuovi mezzi tecnici. Paradossalmente, mentre l’improvvisazione usciva lentamente dalla scena, entrava sempre più da protagonista nella didattica teatrale tanto che le principali metodologie contemporanee per la formazione dell’attore danno largo spazio lla pratica dell’improvvisazione.
In epoca contemporanea si è sentita tuttavia l’esigenza di rivalutare l’improvvisazione non solo come momento di studio, ma anche come attività specifica ed immediata di rappresentazione. Ciò è stato possibile anche grazie al contributo di Robert Gravel, Yvon Leduc e Keith Johnstone, creatori del MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE e del THEATRESPORTS, forme spettacolari completamente improvvisate dove niente è definito in anticipo e tutto viene creato e rappresentato sul momento.
La grammatica di base dell'impro
L’improvvisazione non si improvvisa! Come in ogni ogni disciplina è fondamentale conoscere i principi fondamentali per potersi approcciare all’improvvisazione teatrale, senza i quali diventa impossibile riuscire a mettere in scena uno spettacolo senza testo ne costumi ne scenografia.
Attraverso una serie di esercizi specifici si impara a conoscere ed a utilizzare il proprio corpo, come utilizzare la voce, la reattività e soprattutto l’ascolto!
A differenza di altri ambiti teatrali, in questo campo, non avendo un testo predefinito e non sapendo quando e come intervenire diventa fondamentale l’ascolto dell’altro e la consapevolezza di come ci muoviamo noi e gli altri all’interno di uno spazio.
Le nostre tecniche
L’improvvisazione teatrale non è solo libero sfogo della fantasia, abbondantemente sviluppata attraverso esercizi di ginnastica mentale, ma sviluppa la creatività stimolando una struttura mentale libera da preconcetti e funzionale alla coerenza e comprensione del messaggio.
Improvvisare con altre persone significa innanzitutto rapportarsi con soggetti di cui non si conoscono le intenzioni, ma con i quali c’è la necessità di mettersi in relazione a più livelli (corpo/mente/emozioni) in maniera tale da poter essere compresi e comprendere. Una volta che si riuscirà a stabilire una reale comunicazione, chi affronta l’improvvisazione deve trovare il modo di integrarsi con l’altro e con le sue idee, dando il via a una relazione dinamica che superi le posizioni iniziali di ogni soggetto in gioco, favorendo l’integrazione reciproca. Esercizi specifici a coppie e a piccoli gruppi ci faranno prendere consapevolezza di queste tecniche.